Abbiamo intervistato Dalia Gazzarri, Responsabile Unità Integrazione Punti di Accesso ai Servizi Sociali della Città, nostra referente per la realizzazione della collaborazione con il Comune di Milano che ci spiega l’iniziativa Milano Aiuta e le problematiche emerse dalle prime fasi del piano vaccinale.

Milano Aiuta, è nata nel marzo 2020, a chi si rivolge e quali sono i servizi?

Tale servizio è stato attivato con carattere d’urgenza con l’inizio dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. L’obiettivo era quello di attivare un servizio di ascolto, informazione e orientamento rivolto ai soggetti più fragili (minori, adulti, anziani, persone con disabilità), a quelli a rischio contagio da COVID-19 e a coloro che dovevano rispettare gli obblighi di quarantena, per informarli sulle diverse opportunità nel loro quartiere e, in generale, in città.

Durante la prima ondata l’emergenza ha portato all’interruzione di reti informali e parentali di sostegno, anche con l’insorgere della malattia di uno o più componenti dei nuclei familiari, generando nei soggetti più fragili il bisogno di interventi di sostegno domiciliare (consegna pasti, spesa, farmaci, disbrigo pratiche, piccole manutenzioni, commissioni varie, pet sittering, ecc.) o di inserimento temporaneo in strutture residenziali. Milano Aiuta si è attivata per rispondere a tali problematiche, oltre che con risorse proprie comunali, anche con la rete di solidarietà che si era attivata e che aveva stretto patti di collaborazione con lo stesso servizio o che aveva dato la disponibilità ad aiutare in varie forme il prossimo. In autunno, Invece, con un lockdown meno rigido i bisogni sono mutati. Ciò che ha caratterizzato questo periodo è stato l’aumento esponenziale dei casi di positività a Milano città, facendo emergere delle pesanti criticità sul territorio.  Milano Aiuta in questa seconda fase si è attivata per rispondere ai nuovi bisogni emergenti quali sostegno psicologico, aiuto alimentare e soprattutto la mobilità sia di persone positive al COVID 19 con i trasporti sanitari semplici, sia per visite mediche e in ultimo per le vaccinazioni.

Un dato certo è che non tutte le persone con disabilità e anziane hanno parenti, amici o qualcuno che li accompagni a vaccinarsi. Quanto è rilevante il supporto di associazioni come Alatha per Milano Aiuta?

Grazie a questa mobilitazione generale ed alla collaborazione di Enti del Terzo e Quarto Settore come Alatha, di imprese e privati cittadini, Milano Aiuta, ma non solo, la città intera ha potuto dare risposte concrete ai nuovi bisogni della popolazione più fragile. Con Alatha in particolare abbiamo avuto un’ottima esperienza e il ritorno dei cittadini che hanno usufruito di tale servizio gratuitamente è stato molto positivo. Questa opportunità ha sicuramente facilitato anche la campagna vaccinale per persone molto anziane o con disabilità motorie, costrette spesso ad andare in centri vaccinali anche fuori Milano.

Milano Aiuta è un progetto innovativo e di forte impatto sociale. Continuerà ad esistere quando l’emergenza Covid si sarà attenuata o scomparsa?

Alla luce dell’esperienza di Milano Aiuta, tutt’ora in corso ed in evoluzione, si è reso necessario trasformare questo Progetto Milano Aiuta in servizio stabile, non più legato soltanto all’attuale emergenza sanitaria, ma come Unità che integri i Punti di accesso al Welfare della città: Servizi Sociali Territoriali, sportelli Wemi del Comune di Milano, Enti del Terzo e Quarto Settore. Questa Unità dovrà svolgere un’attività di prima accoglienza/orientamento telefonico delle persone, integrata con altri soggetti presenti sul territorio sia interni al Comune (altre Aree della Direzione) che esterni (associazionismo, ecc.), ma soprattutto dovrà fungere da coordinamento e implementazione di tale rete, sia a livello centrale che Municipale, con un lavoro costante di comunità.

Dal suo punto di vista, com’è andata questa esperienza? Ci racconti un aneddoto a lei caro.

È stata un’esperienza, quella di Milano Aiuta, che mi ha fatto conoscere la vivacità e le potenzialità di una città come Milano, che ha saputo dare il meglio di sé in un momento così difficile. Mi ha permesso di venire in contatto con realtà, come la vostra, che mi hanno regalato un bagaglio di conoscenza di inestimabile valore. Un aneddoto che mi porto dietro è quando per la prima volta il referente di un’associazione storica di Milano nel sociale, si è rivolto a Milano Aiuta per un consiglio su come affrontare una situazione che loro stavano aiutando e che non riuscivano più a gestire. Tali episodi poi si sono ripetuti nel tempo e con più associazioni della nostra rete. Questo ha fatto sicuramente piacere a me e ai miei collaboratori, per la relazione di fiducia e stima reciproca che si era creata, ma ci ha anche fatto capire l’importanza di lavorare in maniera sinergica e facendo attenzione alla qualità della relazione.

Grazie!