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La testimonianza di Enrico Mantegazza

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Raccontandovi della nostra Comunità Alloggio, non potevamo evitare d’intervistare il mitico Enrico Mantegazza, attuale Presidente LEHDA Milano, Vice Presidente LEHDA Lombardia, Presidente PRO V.I.D., associazione che lavora per promuovere l’integrazione e la vita autonoma delle persone con disabilità ed istitutrice di una realtà di convivenza autogestita a carattere associativo per persone disabili gravi e gravissime, membro del consiglio nazionale FISH, Federazione Italiana Superamento Handicap, con sede a Roma, storico Responsabile della Comunità Don Gnocchi di via Zurigo, vicino ed amico di Alatha e del Presidente Troiano in prima persona sin dalla nascita negli anni 90 della nostra Cooperativa.

Enrico è uno dei pionieri della lotta per l’emancipazione e l’integrazione delle persone con disabilità.

Nato negli anni 60, vive la disabilità in prima persona a causa della SMA, una malattia tanto rara quanto, purtroppo, allora poco conosciuta.

Nonostante le barriere logistiche mediche e culturali dell’epoca Enrico cresce pieno di vita e di energia, grazie all’affetto ed alla forza della sua famiglia oltre che al collegio Don gnocchi dove completerà gli studi.

Fin da bambino dimostra un carattere frizzante ed eclettico giocando a calcio come portiere, seduto su uno sgabello, assieme ai suoi compagni di classe, correndo in carrozzina per strade e ponti con gli amici che lo sfruttavano come skateboard e finendo addirittura per far sospendere involontariamente una compagna di classe che si era offerta di accompagnarlo in bagno per aiutarlo a fare pipì..immaginate la reazione dei vari studenti allora 14enni, per non parlare delle scritte su muri..

Un uomo destinato a far parlare di sé e della disabilità in generale.

Già in collegio all’inizio delle superiori muove i primi passi nell’associazionismo, promuovendo la prima “Assemblea degli ospiti”, per portare alla dirigenza le richieste e le necessità dei ragazzi, mostrando un raro e prezioso spirito d’intraprendenza.

Un uomo dalla grande intelligenza che, suoi pregi a parte, ha sempre saputo riconoscere i grandi meriti della sua famiglia e dei suoi professori in collegio, che fin da subito si posero con lui senza alcun tipo di pregiudizio, una persona con alcune limitazioni fisiche che richiedevano un supporto esterno, ma che aveva comunque diritto a mantenere la propria indipendenza emotiva e decisionale, potendo e dovendo mettere in gioco le sue personali potenzialità per costruire e coltivare i suoi affetti, le sue passioni ed il suo personale percorso di vita.

Quella filosofia che tanto cara fu fin da subito alla sua famiglia prima, alla scuola e sul lavoro poi, e per la quale da sempre Enrico vive e si batte ancora oggi ogni giorno, con gli oneri e le responsabilità di tutte le sue cariche, come gestore della comunità alloggio Don Gnocchi di via Zurigo e come nuovo Presidente Ledha Milano, la massima carica possibile per un cittadino meneghino che lotta per i diritti delle persone con disabilità.

Quella filosofia che Enrico ha ritrovato anche in Alatha e nel Presidente Troiano, e per la quale ogni giorno lavoriamo e ci battiamo incessantemente con tutte le nostre energie.

Ecco a voi le sue parole.

Ciao Enrico, vista la tua notevole esperienza come responsabile di comunità alloggio, a che punto siamo oggi in Italia con la residenzialità delle persone disabili.

Oggi è in corso indubbiamente, volenti o nolenti, un rilevante cambiamento culturale della società in cui viviamo, spinto da associazioni, cooperative, ed enti gestori, come ALATHA .

Questo cambiamento prevede che la persona disabile, o chi lo rappresenta legalmente, possa scegliere dove e con chi vivere.

Considerando gli stessi, non più come dei malati da custodire in istituti a loro riservati, ma di vederli nel loro contesto di vita, in un’ottica inclusiva permanente come cittadini a pieno titolo.

Dopo le tue tante battaglie, cos’è cambiato rispetto al passato?

Rispetto a più di 30 anni fa, passi avanti indubbiamente se ne sono fatti.

Un po’ a macchia di leopardo, alcune regioni, non sempre le più ricche, si sono mosse per recepire l’ottava convenzione Onu per i diritti delle persone disabili, recepita anche dallo Stato italiano nel marzo del 2009.

Altre molto meno. Ma complessivamente dei passi avanti si sono fatti, anche in un’ottica antidiscriminatoria e di anti segregazione.

Cosa suggeriresti oggi per proseguire il percorso da te intrapreso 30 anni fa?

A questo proposito dovete sapere, che le periodiche ispezioni delle commissioni Onu, nei loro rapporti finali scrivono che siamo bravissimi, nell’approntare delle leggi che possono applicare i principi della convenzione Onu, molto meno però nella applicazione quotidiana e concreta, questo ci viene rimproverato anche a livello europeo.

Basti pensare che ancora oggi, le risorse economiche destinate a supplire le disabilità, sono sotto la media europea di quasi il 25%.

In particolar modo in Lombardia, dal prossimo anno, si dovrebbe cominciare un processo di unione delle risorse socio sanitarie e socio-assistenziali, creando un budget ad personam, a seconda delle rispettive esigenze di supplenza alla disabilità.

Credo che questo processo di personalizzazione possa essere un ottimo punto di partenza per costruire nuove modalità operative sempre più produttive ed efficaci.

Grazie delle tue risposte sempre chiare e precise dalle quali traspare chiaramente la tua forza e la tua determinazione nel migliorare la qualità di vita nelle residenzialità. Due brevi considerazioni sul percorso della Comunità Alloggio di Alatha e dei su 25 anni di attività.

Credo che ALATHA, con tutta la sua venticinquennale esperienza di gestione della sua convivenza residenziale, potrà continuare ad essere un fulgido esempio di inserimento in un contesto sociale di quartiere, che permette ai propri utenti residenti di essere cittadini come le altre persone normodotate.

Ecco a mio parere, è in questa direzione che ALATHA ove possibile, come già ha fatto in passato, in merito al trasporto delle persone disabili, e non solo, dovrebbe indirizzarsi per il futuro.

Il presidente Donato troiano è persona capace, con una lunga esperienza nel mondo della disabilità.

La sua fantasia di imprenditore sociale, sono sicuro lo spingerà ad elaborare ed implementare risposte che renderanno la vita delle persone disabili sempre più dignitosa e degna di essere vissuta.

Nessuno più deve scappare in Svizzera per togliersi la vita diventata insopportabile.

Qualunque sia la gravità del proprio handicap.

Dunque forza ALATHA , dateci dentro, e regalateci anche per il futuro una prospettiva positiva di concreta realizzabilità quotidiana.

Esempio come il vostro contribuiscono a modificare in meglio gli assetti della società di oggi, ma soprattutto di quella di domani.

Così facendo, ai nostri figli non lasceremo soltanto l’inquinamento ed un esasperato consumismo, ma anche la speranza concreta di un futuro migliore a misura di essere umano, in armonia con la natura che lo circonda.

Concludo augurando a tutti voi buon lavoro.

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Noi di Alatha Onlus svolgiamo con dedizione e cura un servizio di trasporto e assistenza alla persona con disabilità, anziana, o in temporanea difficoltà.

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