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Trasporto disabili e anziani? Non basta essere autisti!

3 minuti di lettura
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PIERO: DAL PRIMO GIORNO INSIEME A NOI.

– Raccontaci qualcosa di te. Da quanti anni sei in Alatha? Che lavoro facevi prima?

Ho cominciato in Alatha fin dalla sua nascita 20 anni fa quando dopo aver fatto il taxista a Milano per più di trent’anni credevo che il tempo per lavorare fosse finito e avevo intenzione di trasferirmi in campagna. In seguito invece, un po’ per volere di mia moglie e un po’ per sentirmi ancora attivo e realizzato, ho deciso di rimanere a Milano e ho trovato Alatha.

– Il tuo primo giorno ad Alatha. Che cosa hai provato? Le tue aspettative sono state rispecchiate?

Quando sono arrivato qui mi aspettavo di trovare un’azienda di servizi classica: prendere il giro fare i miei trasporti, punto. Arrivavo dal settore taxi quindi questa idea derivava dalla mia esperienza, invece qui ho trovato molto di più e negli anni il senso di responsabilità per chi trasporto è aumentato. Il contatto con chi trasporti è maggiore rispetto ad un servizio taxi classico e alcune volte si instaura una relazione amichevole e di fiducia anche con la famiglia del trasportato, che ti affida il suo caro e ha forti aspettative al riguardo.

– I momenti più belli in questi anni

I momenti più belli sono quando trasporti quotidianamente una persona e anno dopo anno  ed essa diventa parte della tua vita, un’amica e sapere che sta bene e che ritornerà con il trasporto ti fa piacere.  Altri momenti sono stati quelli con i colleghi, con i quali mi sono trovato sempre bene,  gli eventi e le feste organizzate sia per stare tra di noi che per far conoscere Alatha.

– I problemi maggiori che hai affrontato

I problemi maggiori affrontati sono quelli legati agli imprevisti di tutti i giorni come il traffico o un ritardo. Non sono facili da gestire sia per la persona che trasporti, che magari ha un appuntamento, ne perché ci sono giornate che se va storta una cosa di conseguenza tutte vanno con essa. Trasportare persone con problemi di mobilità o altri tipi di disabilità spesso non è facile, perché ci vuole una pazienza in più e a volte un po’ di stomaco per affrontare magari alcuni problemi del disabile. Per questo prima di essere un bravo autista devi essere un bravo accompagnatore, capire le esigenze di chi trasporti e saper affrontare ogni imprevisto con fermezza e tranquillità.

– Perché fai questo lavoro e che cosa ti da in più rispetto ad altri lavori?

Fare l’autista e trasportare persone è sempre stato ciò che mi appagava di più, specialmente perché sei sempre in contatto con chi ti chiama e in qualche modo ha bisogno di te. Con Alatha questa sensazione di essere utili e necessari è ancora più forte e in tutti questi anni di attività non ho mai pensato di cambiare perché mi sono sempre trovato bene.

– Che cosa significa Alatha per te?

Alatha per me è come una famiglia. Lo dico davvero..Io e mia moglie non abbiamo figli di cui occuparci e da sempre mi sono occupato di Alatha come di una famiglia. Anche se potrei non lavorare e stare a giocare a carte al circolo, vengo volentieri qui a fare quello che posso perché ci tengo, sia per quello che abbiamo costruito insieme negli anni sia per le persone che ci lavorano. Ho la certezza che in futuro, se avrò bisogno di una mano per questioni di salute, proprio come mi è successo in passato quando dovevo fare la chemioterapia, Alatha mi aiuterà proprio come fanno dei figli.

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Noi di Alatha Onlus svolgiamo con dedizione e cura un servizio di trasporto e assistenza alla persona con disabilità, anziana, o in temporanea difficoltà.

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