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L’amore di una mamma

5 minuti di lettura
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“Ciao a tutti,

sono I. A. Samad e sono un ragazzo di 17 anni che studia presso il CFP Canossa a Milano.

Sono nato a Rozzano e, fino alle superiori, non ho mai avuto particolari problemi per andare a scuola: tutte le scuole che ho frequentato, infatti, si raggiungevano facilmente a piedi visto perché si trovavano tutte nella mia città.

Dopo aver terminato la terza media, ho deciso insieme alla mia famiglia e al mio centro di riabilitazione, di fare il liceo a Milano, visto che a Rozzano non c’era una scuola adatta a me.

Dopo tante scelte ho deciso di iscrivermi al Canossa e da lì ho cominciato un nuovo percorso. Il problema, però, era il trasporto: quindi, iniziammo ad avere contatti con diversi servizi per capire se era possibile accompagnarmi a scuola, visto che era lontana e non avevamo la possibilità di raggiungerla.

Alla fine di un anno di accompagnamento grazie a diversi servizi di trasporto, ho scoperto la cooperativa sociale Alatha, che attualmente mi accompagna ogni giorno a scuola per fare le mie lezioni giornaliere.

Due anni dopo ho iniziato anche un tirocinio, sempre presso Alatha, seguito dalla mia scuola: svolgo diverse attività e imparo a lavorare in un ufficio marketing e comunicazione. Ci vado 3 volte a settimana, grazie servizio di trasporto e a Fausto che mi accompagna e mi riporta a casa.

Grazie a questo importantissimo servizio e a tutti i gentilissimi operatori del centro, sono riuscito a raggiungere i posti in cui vado più spesso in un modo più facile.

Un immenso grazie,

Samad”

Dopo aver iniziato con il pensiero e le parole di Samad, abbiamo chiacchierato con la madre per comprendere meglio la vita, quotidiana e non, della loro famiglia.

Buongiorno Sig.ra Fatima: lei è la mamma di Samad e siccome lui è molto timido e si racconta poco, ci parli un po’ di lei e della sua famiglia?

Io sono originaria del Marocco, sono venuta in Italia a 18 anni con mio marito e ho cittadinanza italiana: sono sposata, sono casalinga e ho 3 figli, di cui il primo è Samad. Mi occupo soprattutto di loro. Grazie a Dio sono 3 ragazzi molto intelligenti, sono tutti bravissimi.

Noi andiamo una volta all’anno per un mese in Marocco e siamo una famiglia molto unita.

Quando vi siete accorti della sua disabilità?

Quando ero incinta sono andata a fare il controllo all’Humanitas e alla seconda ecografia abbiamo scoperto di avere un problema, ma non ci hanno detto quale. Avevo 24 anni quando ero incinta, e non mi hanno consigliato di prendere acido folico: il problema di Samad è dovuto anche a questo.

Poi sono stata seguita dal San Paolo per gravidanza a rischio e per partorire sono andata al Niguarda: infatti, lì c’è il centro spina bifida (unità spinale).

Samad da piccolo ha iniziato a fare la terapia, dopo aver subito un intervento quando aveva 3 giorni, essendo nato di 35 settimane: se non si lavora fin dai primi giorni è un problema. perché la malattia è grave.

È stato difficile avere un bambino con disabilità, ma è come se io fossi cresciuta con lui: Samad ha fatto tantissime operazioni e ha fatto tante terapie, ma siamo stati aiutati tantissimo. Samad pensa sempre in positivo e, sicuramente, ci ha aiutato molto la nostra fede.

Quest’anno farò l’esame di terza media, durante il quale vorrei parlare del tema dell’aborto nel mondo islamico: ringrazio Dio di non averci mai pensato seriamente.

Quali sono le differenze tra Italia e Marocco in tema di sistema sanitario e attenzione alle disabilità?

In Marocco ci sono molti problemi e io preferisco stare qua. Il sistema sanitario è difficile in Marocco: se hai disponibilità economica oppure se conosci qualcuno in una certa posizione non ti manca quasi niente, altrimenti è molto difficile curarsi. C’è tanta differenza, non solo a livello di risorse ospedaliere, ma anche nella ricerca e nel progresso.

Cosa desidera per Samad?

Samad ascolta fin da piccolo e rispetta tanto le persone che lo aiutano e anche a scuola: è quasi troppo educato. Lui ascolta tanto e così impara tanto, è molto positivo e non si arrende mai.

Io lo vedo come un miracolo.

Io spero che trovi un lavoro e che sia più sicuro perché non mi piace che dopo la scuola rimanga a casa: dovrebbe credere di più in lui perché è una persona speciale.

Samad utilizza il trasporto da casa a scuola in collaborazione con il comune di Rozzano/Milano, quanto è importante per lui e per voi il servizio svolto da A.la.t.Ha.?

Il trasporto è fondamentale: senza per noi sarebbe veramente difficile. Le elementari e le medie erano vicine e potevo/dovevo sempre fare avanti e indietro, ma con il trasporto è migliorato anche a scuola perché non si stanca come prima, arriva più tranquillo e anche sicuro e, di conseguenza, sono più tranquilla e sicura anche io.

Vi ringrazio per il vostro servizio, è veramente un aiuto importante.

Quanto è importante per Samad inserirsi nel mondo del lavoro come con lo stage che ha potuto svolgere con alternanza scuola lavoro?

Io sono contenta perché deve fare esperienza e conoscere il mondo del lavoro. Deve imparare ad essere autonomo: per esempio, quando dobbiamo spostare delle visite mediche, dico a lui di farlo. Quando impara lui poi segue correttamente le istruzioni: ha solo un po’ di paura di sbagliare, ma se non sbagli non puoi migliorare.

Per Samad è stato importante: vorrebbe provare altri posti e fare più esperienza. Si è sbloccato, pensando ad altre opportunità: è cresciuto molto.

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Noi di Alatha Onlus svolgiamo con dedizione e cura un servizio di trasporto e assistenza alla persona con disabilità, anziana, o in temporanea difficoltà.

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