Bellissimo racconto del nostro Jorge:
Tutto ebbe inizio giovedì 9 aprile 2015, quando, dopo una riunione presso l’Associazione Paraplegici Lombardia, l’ex Presidente Mario Ponticello mi invitò a partecipare la settimana successiva ad un evento di educazione stradale insieme ai Vigili e i bambini della terza elementare di Magenta. Accettai volentieri.
Come tutte le belle storie, anche questa inizia con un contrattempo: il mio primo intervento era previsto per il pomeriggio ma il mio navigatore mi aveva portato in un’altra città… Dopo varie chiamate senza risposta effettuate per poter avere l’indirizzo esatto, stavo impostando il navigatore per tornare a casa, quando mi richiamarono per sapere dove mi trovassi. Finalmente dopo un’altra mezz’ora arrivai alla prima scuola elementare dove i bimbi erano già pronti per andare a fare un giro nei dintorni.
Dopo essere stati presentati da un vigile chiedemmo ai bambini: “Secondo voi qual è la barriera più grande in assoluto che noi ragazzi disabili incontriamo?” Tutti alzarono la mano pensando di avere la risposta giusta e iniziammo a far rispondere a un paio di loro:
“La barriera più grande sono i muri, le scale, i buchi, ecc.”
Dopo averli ascoltati demmo la nostra risposta:
“Le barriere più grandi sono quelle che non si possono vedere perché sono MENTALI”:
Non siamo solo noi disabili ad aver bisogno di una città a misura di tutti. Può capitare a chiunque di avere un incidente e trovarsi in sedia a rotelle per qualche tempo, o magari invecchiando potremmo iniziare ad averne bisogno. Anche le vostre mamme che vanno in giro con i fratellini neonati nel passeggino possono trovare difficoltà nell’andare in giro per la città.
Dopo un po’ di perplessità i bambini si sono resi conto che c’è bisogno di avere una città accessibile per tutti.
Subito dopo ci preparammo per andare in giro con i bambini dicendo loro:
“Adesso andremo a fare un giro insieme a voi e Voi sarete i nostri supereroi e dovrete aiutarci a identificare tutte le barriere che troviamo in giro”
Cosi in quei 20 minuti a gironzolare insieme mostrammo loro le diverse barriere architettoniche, i problemi con le salite sui marciapiedi, l’importanza del parcheggio riservato per persone con disabilità…
Tornammo a scuola dove insieme ai vigili conferimmo a tutti loro il “BREVETTO DEL BUON PEDONE”.
Una volta finito con la prima classe rifacemmo tutto con le altre della stessa scuola, e così per tutto il giorno dopo.
L’occasione mi permette di ringraziare Mario Ponticelli per avermi dato la possibilità di partecipare a questa bellissima iniziativa per sensibilizzare i ragazzi e far capire che una città senza barriere architettoniche non è solo importante per le persone con disabilità, ma per tutti!
J.A.HUAMAN LUNA
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