Pochi giorni fa la nostra S.F., ospite della comunità alloggio di via Amoretti, è stata scippata.
Si stava recando al centro commerciale con la sua carrozzina elettronica quando una ragazzina non meglio identificata l’ha aggredita e le ha strappato il marsupio con dentro soldi e documenti.
E’ stata un’aggressione fulminea che “fortunatamente” non ha portato ad altre conseguenze. In questi casi si dice sempre così: “per fortuna mi ha solo rubato i soldi e se n’è andato… I soldi sono solo soldi e i documenti si rifanno, la salute è più importante.”
In realtà le cose non stanno così, perché come tutti quelli che hanno subito uno scippo o un furto in casa, anche se fisicamente si subiscono danni, resta lo smacco e la paura per quello che ti è successo, l’impotenza per non essere stato capace di impedirlo, la rabbia per essere stato vittima di un’aggressione sleale e la paura che possa succedere ancora.
Per cui no, non è che fortunatamente hanno preso solo i soldi, perché insieme a quelli lo scippatore si è preso anche un pezzettino di S.F. che ci vorrà un sacco di tempo a ricostruire. A rendere questo scippo ancora più odioso è il fatto che è avvenuto ai danni di una persona con disabilità, su una carrozzina elettronica e senza possibilità di difendersi.
Una veloce ricerca su internet mostra un panorama quanto meno sconfortante delle aggressioni per scippo: nel quartiere di Quarto Oggiaro, quello dello comunità alloggio, un uomo ha compiuto una cinquantina di scippi tutti a danni di donne, prima di essere arrestato. Nel resto della città la situazione è allo stesso modo drammatica. A livello nazionale i numeri sono da bollettino di guerra: nel 2014, secondo un rapporto del censis, si sono verificati 689 furti al giorno, in pratica uno ogni due minuti.
Cercare una spiegazione a tutto questo non è semplice: i flussi migratori dei mesi scorsi, la difficile convivenza tra territorio e campi rom, le politiche di integrazione che non esistono o che sono male applicate. Da ultimo, ma non per importanza, l’allarme terrorismo che distoglie le forze dell’ordine dal pattugliamento delle periferie per concentrarle sugli obbiettivi sensibili.
Si potrebbe puntare il dito contro gli immigrati che vivono di espedienti ma anche contro le istituzioni che non fanno quello che devono per garantire integrazione agli immigrati e sicurezza ai cittadini.
Si potrebbe fare della facile demagogia ma alla fine quello che resta è una donna con disabilità, che mentre andava la centro commerciale per comprare qualche regalo di natale è stata scippata del suo marsupio ma ancor più è stata scippata della sua fiducia nel mondo e della sicurezza di poter girare per il quartiere in cui vive.
Naturalmente lo Staff di A.la.t.Ha. ha già provveduto a fare una colletta tra collaboratori e volontari per ridarle un pezzetto di Natale.